Il Festival "HI>DANCE 1.0, Dance & Technology" si propone di presentare un programma artistico che promuova la conoscenza della tecnologia applicata alla danza contemporanea e alla performance art. La danza cosiddetta “tecnologica” è un particolarissimo campo della danza contemporanea, in cui il performer interagisce e dialoga con una complessa architettura multimediale grazie all’utilizzo di strumenti di interaction design (sensori, motion-capture, webcam) in grado di trasformare i movimenti del corpo e i suoi dati biometrici in audio e grafica generativa, modificando in tempo reale lo spazio visivo e sonoro in cui avviene l’azione. Il corpo del ballerino diventa un ordigno “aumentato”, amplificato, che crea dal vivo un’opera d’arte totale, sinestetica, interattiva, e profondamente coinvolgente per il pubblico che assiste.
La danza non è nuova alle contaminazioni tecnologiche. La tecnologia è sempre stata profondamente connessa alla danza e alla performance art, in quanto luoghi di sperimentazione, evoluzione e modificazione del corpo. Ma nel recente passato, da quando la tecnologia si è inserita prepotentemente nelle arti performative anche grazie all’avvento del digitale, la tendenza era concentrata intorno al corpo reale del danzatore, che veniva rivestito e diventava icona tecnologica secondo le suggestioni dell’immaginario cyberpunk che tanta fortuna ha avuto nell’arte e nel cinema. Il nostro programma si propone invece di presentare al pubblico romano le ultime tendenze di questo linguaggio, che non possono prescindere da una profonda riflessione sui tempi in cui viviamo e i suoi modelli sociali e culturali; la rarefazione del contatto fisico dovuto alla crescita ipertrofica dei legami virtuali nei social network, la cultura dell’avatar, il caos magmatico e stratificato dell’informazione e della comunicazione tra gli individui. L’evento, unico nel suo genere, organizzato dall'Associazione Culturale Avvertenze Generali, in collaborazione con l'Associazione Culturale DanzaSì, con la collaborazione di DAF – Dance Art Faculty, il centro internazionale di formazione per la danza e le arti performative, Dance&Culture, il portale e magazine web, European Dance Alliance / Valentina Marini Management, organizzazione per lo sviluppo e l’integrazione delle culture delle realtà artistiche del mondo della danza, e Urban Experience, la piattaforma di performing media tra web e territorio, si svolgerà presso lo storico Lanificio Luciani simbolo dei film neorealisti italiani, in via di Pietralata 159/A. Una urban industrial location, strategica per il coinvolgimento di ‘nuovo’ pubblico, per un festival che, per la prima volta nel panorama nazionale, focalizza tutto il suo programma sulla promozione della tecnologia applicata alla danza contemporanea e alla performance art. La direttrice artistica, la visual artist Francesca Fini, nel coinvolgere 30 artisti e ricercatori provenienti da Italia, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, USA e Nuova Zelanda, presenta al pubblico romano le ultime tendenze di questo nuovo linguaggio che non possono prescindere da una profonda riflessione sui tempi in cui viviamo e i suoi modelli sociali e culturali come la rarefazione del contatto fisico dovuto alla crescita ipertrofica dei legami virtuali nei social network, la cultura dell’avatar, il caos magmatico e stratificato dell’informazione e della comunicazione tra gli individui: la danza che scopre il suo impatto sociale attraverso la Rete si fa portatrice di progetti che tornano prepotentemente al corpo. In questo contesto viaggiano le ibridazioni della danza contemporanea, nelle performance di DisOrienta (Wolf Ka e Donata D’urso), nei magici scenari interattivi del collettivo modenese dei fuse*, che per l’occasione presenteranno una performance in collaborazione con la coreografa Elena Annovi, nella gesamtkunstwerk contemporanea di Meccanimus (Francesca Fini, Anna Bastoni e Pierpaolo Caputo), nelle sperimentazioni coreografiche in Second Life della portoghese Isabel Valverde, nelle atmosfere oniriche di "A mazon", della coreografa Alessia Gatta con le videoinstallazioni dei Quiet Ensemble, o nei linguaggi contemporanei di Spellbound Contemporary Ballet e di Michele Mastroianni. Nello stesso tempo la danza, che scopre il suo impatto sociale, si fa portatrice di progetti che tornano al corpo, in maniera illuminante e consapevole, come accade in "Motion Composer" del coreografo americano Robert Wechsler, in collaborazione con il musicologo norvegese Andreas Bergsland, dove una serie di strumenti tecnologici di motioncapture, riuniti in un kit, permettono ai disabili di creare musica. E poi i workshops e i momenti di incontro, come il talk dal titolo "Il gesto tecnologico", a cura dei giornalisti Raffaele Rivieccio e Giacomo Ravesi, e il radio-walkshow di Carlo Infante "Il corpo aumentato, l'evoluzione culturale e antropologica del performing media", a cura di Urban Experience. Tutti gli interventi e gli spettacoli saranno trasmessi in streaming sul canale webtv del Festival. Durante questa intensa settimana di workshop, lecture, interventi presenti e remoti, performance e spettacoli, sarà inoltre presentato il programma di videoproiezioni "Italian Videoperformance loops", dedicato al lavoro di Elisabetta Di Sopra, VestAndPage, Alessandro Amaducci ed Eleonora Manca, artisti accomunati da un'intensa e originale ricerca nel campo della videoperformance digitale. La manifestazione è realizzata con il sostegno di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo – Dipartimento Cultura – Servizio Spettacoli ed Eventi. Con il Patrocinio del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Ambasciata di Portogallo. |